domingo, 25 de diciembre de 2011

La risposta e il coraggio



















Grazie a Paolo Bertezzolo leggo una riflessione di Piero Stefani sul Natale: “Per attingere alle profondità del Natale occorre viverlo come fonte di un divino accoglimento che ci incalza a essere umanamente accoglienti. Per quanto sia custodita solo dalla fede di alcuni occorre renderla una festa a favore di tutti”. Parole che anche a me hanno fatto riflettere.

Come altri, anch’io mi sento in un rapporto alquanto imbarazzante con le feste di Natale: è troppo evidente lo smarrimento del loro senso profondo, l’invasione consumistica e perfino l’oblio dei più poveri e sofferenti. E’ per ciò che, come altri, tendo a rifiutarne quella sfaccettatura ingannevole. Ed è per ciò che le parole dello Stefani echeggiano in me. Custodita dalla debole fiamma della fede, la festa del Natale deve diventare in ogni generazione una possente chiamata a favore di tutti. Questo è anche il senso delle parole di Edith Stein nella sua conferenza “Sul mistero del Natale”:

Questa semplice parola emana un fascino misterioso, cui ben difficilmente un cuore può sottrarsi. Anche coloro che professano un’altra fede e i non credenti, cui l’antico racconto del Bambino di Betlemme non dice alcunché, preparano la festa e cercano di irradiare qua e là un raggio di gioia.

Quell’ irradiare un raggio di gioia si trova alle radici del mistero cristiano dell’incarnazione e ne manifesta il senso universale, accessibile per credenti e non credenti. L’Universo è pervaso da un accordo profondo che risuona ancor oggi donandovi il senso e il motivo per la speranza. E’ da lì che sgorgano l’accoglimento e la gioia del Natale. E quanto bisogno ne abbiamo in quest’epoca di buio e incertezze! Se solo ascoltassimo dal profondo del nostro essere potremmo trovarvi la risposta per tante domande e il coraggio per l’azione.
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Nell’immagine: "Natività", di Georges de La Tour, verso 1645 (museo di Rennes), dettaglio.  

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