lunes, 25 de noviembre de 2013

Berlusca e la terra















Sono almeno due i fronti aperti questi giorni per il cavaliere. Da una parte, il pronunciamento definitivo in Cassazione che conferma la sentenza Mediaset e rende definitiva la condanna a quattro anni di carcere. Dall’altra, la faccenda Ruby che rivela lo sfondo di corruzione che fungeva da ombrello istituzionale per la vita privata di Berlusca. Il primo mette in evidenza l’ingranaggio ideato per incassare benefici illeciti all’estero: «Ha permesso» –così i magistrati– «di mantenere e alimentare illecitamente disponibilità patrimoniali estere, conti correnti intestati ad altre società che erano a loro volta intestate a fiduciarie di Berlusconi». La seconda svela un problema che va molto al di là della vita privata: per nascondere i suoi rapporti sessuali, consapevoli e ricompensati, con una minorenne l’ex primo ministro aveva usato i meccanismi del potere fino alla manipolazione in questura; così l’ha rilevato il Tribunale milanese.

Berlusconi dà per scontato che alla votazione del prossimo mercoledì in Senato si deciderà la sua decadenza da senatore.  Ciò nonostante ha affermato che Napolitano gli dovrebbe concedere la grazia anche senza averla sollecitata: «I signori della sinistra sappiano che questo soggetto non ha paura, che non ha niente da farsi perdonare, che è completamente innocente e che è considerato come una bandiera dal suo popolo, dal popolo di italiani che amano la libertà»: così si è espresso durante la convention dei giovani di Forza Italia lo scorso sabato 23 nel Palazzo di Congressi all’EUR. 

Quello che secondo me si dovrebbe valutare adesso è quale immagine di progetto politico si evince dal rapporto fra queste dichiarazioni e le reazioni della sua cerchia politica. L’ambiente di euforia collettiva e di serrato appoggio nell’incontro coi giovani fa quasi venire i brividi. Vi ha parlato poi della votazione del 27 come “colpo di Stato”: vuol dire allora che nessuna sentenza, nessun errore politico dovrebbero poter sfiorare il suo potere?  

E’ un uso troppo meschino delle parole quello che così si fa. Si capisce che un uomo cerchi di evitare di andare in galera. Nessuno pretenderà poi di capovolgere la sua indole perché adesso chieda umilmente la grazia al Quirinale. Più difficile da capire però è la sua negativa ad affidarsi ai servizi sociali in luogo di compiere la pena in prigione. Quello infine che non si capisce per niente è l’entusiasmo di quei giovani di Forza Italia per una figura che ha gettato l’ombra della corruzione non soltanto sulle istituzioni italiane ma anche su altri Paesi attraverso la sprezzante, deleteria noncuranza sociale spesso dimostrata da Canale Cinque e le sue filiali.

Colpiscono il bersaglio le parole del veronese Don Mazzi, fondatore della comunità di tossicodipendenti Exodus: «Bisognerebbe aiutarlo a riscoprire la sua anima. A togliersi la maschera. Deve stare da solo, riflettere, guardarsi dentro. Deve togliersi la crosta dietro la quale si nasconde e grazie alla quale incanta gli italiani, che ancora oggi lo voterebbero. Lui oggi si sente l’idolo delle masse, però io credo che dentro abbia qualcosa di salvabile. Ma deve affondare le mani nella terra, piantare i pomodori in silenzio, lontano dagli agi e dagli adulatori che lo hanno compiaciuto fino a farlo sentire come un dio». Magari possa Silvio levarsi quella crosta che una schiera di lusingatori ha fatto indurire attorno al cuore. Tutti impareremmo tanto, ne saremmo edificati: perché qualunque può essere raggiunto dalla sgrinfia della corruzione.

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Nell’immagine: “Terra”, foto de Blai Server (fonte: www.flickr.com). Le parole di Don Mazzi sono state estratte da un’intervista a La Repubblica (06/10/2013).


1 comentario:

Manuelita dijo...

Magari le tue parole si avverassero! Quando si scende si entra nella verità su se stessi e sulla propria vita... Per ora il "caro" Berlusca è lontano da questo! Oltre a parlare di colpo di Stato, ha anche detto che la sentenza della Cassazione grida vendetta davanti a Dio e agli uomini!!! Ma non è ancora la fine! Chissà che...